L’industria svizzera del cioccolato nel 2018

Cioccolato svizzero: perdita in Svizzera, crescita nell’esportazione

Nel 2018 in Svizzera il consumo di cioccolato è stato inferiore rispetto a quello dell'anno precedente. Nonostante il calo del consumo pro capite e le calde temperature estive, il bilancio annuale registrato dall’industria di cioccolato svizzero complessivamente è stato comunque positivo. Il motivo sta nel commercio d’esportazione. Le sfide aumentano però a causa delle condizioni quadro politiche.


Gli affari interni dell’industria di cioccolato svizzero hanno registrato anche l'anno scorso un andamento negativo. Tale sviluppo è stato compensato nuovamente dalle vendite d’esportazione. La loro crescita ha fatto sì che il fatturato di questo settore è aumentato a conti fatti del 1.0%.


Regresso del consumo pro capite in Svizzera

Il consumo interno del cioccolato di produzione svizzera ha subito un calo del 3.4%. Il rispettivo calo delle vendite è stato accompagnato da un calo del fatturato interno del 4.8%. La percentuale di cioccolato d’importazione sul consumo interno è incrementata, raggiungendo di 41%. Il consumo pro capite in Svizzera è diminuito di 200 g, pari a 10.3 kg. L’andamento negativo del mercato interno è stato accompagnato da un’estate lunga e molto calda e da vendite di Natale inizialmente lente.


Quota d’esportazione in continuo aumento

Più piacevoli le vendite d'esportazione. La percentuale d’esportazione della produzione complessiva dell’industria di cioccolato svizzera è continuata a crescere anche nel 2018 e registra ora il 72.5%. La quantità esportata all’estero è incrementata dell’8.0%, pari a 138'153 tonnellate, il fatturato generato del 6.0%, pari a 991 milioni di franchi. La crescita nei paesi dell’UE ha registrato un aumento maggiore del 10% per le vendite e uno del 7% per il fatturato rispetto ai paesi non europei. Anche lì è stato registrato un incremento delle vendite (+2%), ma allo stesso tempo anche un calo del fatturato (-9%). Perdite notevoli sono state registrate in determinati paesi del Medio Oriente e del Sud-Est asiatico. I mercati come l’Australia, il Brasile, la Cina, il Giappone o la Russia hanno invece realizzato percentuali di crescita importanti.


La protezione delle frontiere comporta sfide supplementari

In vista dell’andamento di mercato, le condizioni quadro concorrenziali a livello internazionale assumono sempre maggiore importanza per il luogo di produzione Svizzera. Dette condizioni quadro sono però sotto pressione. Alcune parole chiavi in merito: abolizione delle restituzioni dei dazi doganali in base alla “Legge cioccolatiera” per la fine del 2018 e l’introduzione di una protezione delle frontiere minima per lo zucchero per inizio 2019. La soluzione di successione privata per le restituzioni dei dazi doganali subisce l’assegnazione d’un parte del supplemento per il latte ad altri fini. Il nuovo dazio minimo per lo zucchero comporterà negli anni a venire spese supplementari di diversi milioni. Questi fattori di costi dovuti alla politica peggiorano la concorrenzialità del luogo di produzione Svizzera.

L’accordo commerciale stipulato nel mese di dicembre con l’Indonesia completa la rete, importante per l’industria di cioccolato orientata all’esportazione, degli accordi di libero scambio della Svizzera. Occorre comunque tenere presente accedendo ai mercati di esportazione anche il pericolo di un’erosione della concorrenzialità. Ad esempio l’accordo di libero scambio stipulato recentemente tra l’UE e il Giappone comporterà nei prossimi anni un graduale miglioramento della situazione di produttori di cioccolato dall’UE rispetto a quelli dalla Svizzera. La Svizzera viene sfidata anche in vista della molto più forte crescita d’esportazione delle nazioni di cioccolato concorrenti come ad esempio il Belgio.